lunedì 2 novembre 2009

Nella casa del conte Necchia


In una delle pittoresche stradine del centro storico,si erge la casa nera di Nicola Necchia, meglio conosciuto dai montesi come il conte Necchia. L’edera verde e rigogliosa si arrampica sulle mura, sulle finestre sbarrate, sulle feritoie, sui piccoli ornamenti che incontra lungo percorso per poi arrivare al grande terrazzo di cui, dal basso, si riescono a scorgere i grossi anelli delle catene arrugginite che pendono dalla balconata e qualche statua in ferro battuto dal gusto prettamente gotico. Due enormi leoni in ghisa custodiscono l’ingresso. Pochi gradini e poi si apre un portone nero, massiccio e il buio della gradinata è interrotto dalla fioca luce che penetra dal cortile esterno. L’impatto è forte. Si ha quasi l’impressione di essere i protagonisti di uno dei racconti dello scrittore Edgar Allan Poe rispettando nei dettagli il gusto del tempo, dai colori austeri, scuri come le grosse travi sul soffitto ai mobili che ancora conservano inalterato l’acre odore di antico.
Camminando per le stanze lo sguardo si perde tra i quadri dalle cornici dorate, i portacandele in ferro, un vecchio telefono nero, un portaombrelli tenuto fermo da una catena che fuoriesce dall’attaccapanni a muro e in un angolo il busto del conte Dracula, un pezzo unico e raro giunto direttamente dalla Romania. Nella camera da letto un talamo di fine ottocento dipinto a mano con motivi floreali e impreziosito da perle e piccole sculture in legno che si levano sullo schienale. Chiudono il percorso due grosse aquile nere che sembrano guidare il visitatore verso la porta che si affaccia sul terrazzo. Qui il panorama lascia senza fiato. Da una parte si scorgono le verdi colline e dall’altra i vicoli e le stradine del paese, la piazza principale e il via vai di macchine che passano veloci. Su questa casa non esistono leggende né tanto meno storie legate ai fantasmi ma ciò che colpisce è l’originalità dell’edificio curato nei mini particolari, dove niente è lasciato al caso ma tutto è sistemato in maniera armonica, peculiarità che attira l’attenzione dei curiosi e anche di un regista che ad agosto tornerà nella cittadina per girare un film horror.
Ma originariamente si trattava di una normale costruzione che seguiva lo stile architettonico tipico della città di Montescaglioso. Poi cinque anni fa la decisione di cambiare tutto.“Son sempre stato attratto dagli oggetti d’epoca- racconta il conte, uomo pacato, riservato e con una grande passione per il collezionismo- sono passato dal collezionare le macchine d’epoca di cui al momento ne possiedo 20 di cui 8 ancora in funzione e da circa 15 anni mi dedico invece alla raccolta di questi oggetti che acquistato all’asta in Italia e all’estero. Alcuni li ho comprati al nord e altri ancora a Matera e in Puglia”. Altri pezzi provengono dall’Egitto come i leoni posti all’ingresso e sui lati dell’edificio e l’armatura custodita a piano terra a cui si accede da un altro portone che si affaccia sulla stradina di pietra. L’ambiente è completamente diverso dalla casa. Piccole stanze lasciano il posto a spazi ampi e più illuminati corredati da archi e volte e da un lampadario in ferro battuto che scende dal soffitto. Uno spazio che presto diventerà un ristorante, gestito da Franco Salluce, che si articolerà su due livelli inglobando il grande terrazzo.

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